Mozione: una strategia dell'idrogeno anche in Ticino

Nel dicembre 2015, l’Accordo di Parigi si prefiggeva di contenere l’aumento della temperatura al di sotto dei 2°C e di perseguire gli sforzi per limitare l’aumento a 1.5°C. Nel dicembre 2019, il Green Deal europeo definisce l’ambizione di ridurre del 55% le emissioni di CO 2 entro il 2030 (rispetto ai livelli del 1990) e di raggiungere la neutralità climatica carbonica dell’UE nel 2050.

In questo contesto un ruolo chiave è giocato dall’idrogeno rinnovabile (e meglio il cosiddetto idrogeno “verde”, cioè quello che viene estratto dall’acqua usando la corrente prodotta da una centrale alimentata da energie rinnovabili, come idroelettrica, solare o fotovoltaica). Infatti, utilizzando il potenziale di quest’ultimo sarà possibile favorire la decarbonizzazione dell’economia con attenzione a specifici comparti dell’industria, dei trasporti e dell’edilizia.

Generalmente l’idrogeno è prodotto attraverso un processo di elettrolisi o attraverso reforming di gas naturale. Affinché l’idrogeno sia considerato rinnovabile (senza emissioni di CO 2 ), occorre che il processo di elettrolisi sia alimentato da energie rinnovabili (come l’eolico, il fotovoltaico o l’idroelettrico).

Negli anni più recenti, molti dei Paesi Europei (Germania, Spagna, Francia e Italia) hanno sviluppato un orientamento strategico per sviluppare l’idrogeno. Se attualmente l’utilizzo dell’idrogeno in Europa si limita al 2% della quota del mix energetico attuale, entro il 2030 la previsione europea è di raggiungere il 13%, ciò che permetterebbe di diminuire la dipendenza europea dai tradizionali produttori e commercianti di combustibili fossili.

Come riferisce la Commissione europea, la Strategia per l’idrogeno per un Europa climaticamente neutra prevede di installare in UE almeno 6 gigawatt di elettrolizzatori per l’idrogeno rinnovabile entro il 2024 e 40 gigawatt entro il 2030 così da arrivare ad avere un mercato sufficientemente ampio per sviluppare la domanda industriale ed estendere l’utilizzo dell’idrogeno “pulito” a più settori (industria siderurgica, autocarri, ferrovie, trasporto marittimo e così via). In una fase successiva (tra il 2030 e il 2050) le applicazioni dell’idrogeno dovrebbero essere su larga scala.

L’European Clean Hydrogen Alliance ha riassunto in questo schemino le tappe che porteranno ad un uso più diffuso dell’idrogeno rinnovabile e dunque ad una decarbonizzazione.

Fonte: European_Clean_Hydrogen_Alliance.pdf%20(3).pdf

Quando nel luglio 2020 è stata varata la strategia europea per l’idrogeno, si è deciso di approvare dei finanziamenti per progetti di ricerca e per la produzione di idrogeno rinnovabile.

In Svizzera

Anche la Svizzera, nonostante non faccia parte dell’UE, insieme ad altri sei membri (Olanda, Austria, Germania, Francia, Belgio e Lussemburgo), intende utilizzare questa tecnologia come vettore energetico indispensabile per la neutralità climatica. Nel febbraio 2021, il Consiglio federale ha sostenuto un orientamento strategico per il futuro ruolo dell’idrogeno nel sistema energetico svizzero raccomandando l’adozione della mozione Suter 20.4406 Strategia dell’idrogeno verde per la Svizzera e del postulato Candinas20.4709 Idrogeno - Analisi e opzioni di azione per la Svizzera. Il Consiglio nazionale ha rinviato il postulato al Consiglio federale il 19 marzo 2021. Secondo il Consiglio federale, i relativi lavori di preparazione sono già in corso. Tra le altre cose, si sta esaminando dove l’uso dell’idrogeno ha senso, dove viene prodotto, come viene trasportato, importato ed eventualmente immagazzinato - e quali condizioni quadro normative sono necessarie per lo sviluppo di un mercato dell’idrogeno in Svizzera. 

In Svizzera esistono già due centrali idroelettriche, una nel Canton Friburgo e l’altra nel Canton Soletta, che utilizzano l’energia generata per scomporre idrogeno e ossigeno (processo di elettrolisi). Entrambe le centrali sono in grado di generare fino a 300 tonnellate di idrogeno all’anno, quantità che potrebbe alimentare 50 camion o 700 automobili l’anno. Il principio utilizzato per lo stoccaggio e il trasporto è il medesimo delle bombole a gas. L’idrogeno in forma gasosa viene immagazzinato in uno speciale container, che una volta pieno, viene trasportato verso le stazioni di rifornimento. I mezzi di trasporto che saranno interessati inizialmente sono i camion e quindi il traffico pesante. Nonostante il prezzo operativo di questi camion a idrogeno sarà sicuramente maggiore rispetto a quelli tradizionali, questi mezzi innovativi permetteranno di risparmiare sulla tassa sul traffico pesante in Svizzera, permettendo al contempo una transizione più rapida verso una mobilità più sostenibile.

E in Ticino?

Sulla base di quanto sta succedendo attorno a noi, riteniamo che anche il Ticino possa contribuire alla diminuzione delle emissioni di CO 2 trovando valide alternative come l’idrogeno rinnovabile.

In Svizzera circolano già una decina di camion a lungo raggio a celle combustibili (a idrogeno) e si sta lentamente sviluppando una rete di stazioni di rifornimento.

Affinché l’economia locale si avvicini a questa nuova ed ecologica energia pulita (attualmente molto costosa), facendo uso delle facoltà previste dall’art. 105 della legge sul Gran Consiglio e sui rapporti con il Consiglio di Stato riteniamo che siano necessarie le seguenti premesse e chiediamo di conseguenza:

- un quadro politico di supporto per fare in modo che il mercato dell’idrogeno verde

venga sostenuto al pari di altre fonti energetiche rinnovabili.

- Un rafforzamento del sostegno finanziario per progetti di ricerca e innovazione in

questo ambito andando ad estendere il campo di applicazione del Fondo Energie

Rinnovabili (FER)

- Un sostegno finanziario sotto forma di contributo unico - parimenti a quanto succede

per progetti nel fotovoltaico - per sostenere persone fisiche, aziende o enti pubblici che

investono nella produzione locale di idrogeno rinnovabile.

Alessandra Gianella, Maurizio Agustoni, Alessandro Cedraschi, Fiorenzo Dadò, Maddalena Ermotti-Lepori e Omar Terraneo