Presentazione della candidatura per il Consiglio di Stato, Massagno 12 novembre 2022

Caro e cari Presidente,

membri dell’Ufficio presidenziale e della Commissione cerca,

Consigliere di Stato,

Consiglieri nazionali,

colleghe e colleghi,

delegate e delegati,

amiche ed amici liberali radicali,

sono intervenuta molte volte in comitato cantonale, da giovane liberale radicale, da delegata, da Gran Consigliera e da capogruppo. Sapevo che oggi sarebbe stato emozionante parlare davanti a voi, ma non pensavo fino a questo punto. Essere su questo palco oggi, per proporre a tutte e a tutti voi la mia candidatura, suscita in me emozioni indescrivibili. Sono nata e cresciuta all’interno del nostro partito, vivo da sempre i nostri valori ed è con grande orgoglio che oggi vi chiedo di sostenermi in questo viaggio che ci porterà al 2 aprile 2023.

Sono una donna di trentasei anni cresciuta con la passione per il Paese che vivo, con la passione per la politica. Dieci anni fa ho iniziato la mia avventura politica nei giovani, un percorso che mi ha portata a conoscere il partito a tutti i suoi livelli istituzionali, dal Consiglio Comunale al Gran Consiglio e da qualche settimana anche alla vicepresidenza del Partito svizzero.

Chi mi conosce lo sa: sono un’eterna ottimista e curiosa di scoprire il mondo, di conoscere tutto quello che è diverso dalla realtà famigliare e comoda che viviamo qui, cosa che mi ha portata a studiare e lavorare prima a Zurigo poi in Cina, in seguito a Berna, per poi rientrare di nuovo in Ticino. Il piacere e il mio interesse per la politica, la voglia di fare, di accogliere le sfide e perseguire le opportunità non è cambiata, anzi si è rafforzata!

Sono una donna, ma non ho mai utilizzato la questione di genere per rivendicare qualcosa. Mi sono rimboccata le maniche per lavorare e dimostrare che con impegno e competenza siamo pronte a fare la nostra parte.

Mi metto a disposizione perché in questi anni ho visto una tendenza preoccupante: un Ticino sempre più chiuso su sé stesso, spesso disfattista e negativo, immobile e poco propenso al cambiamento. Tutto questo mi fa male e mi sprona ogni giorno a cercare di cambiare le cose. Io sogno un Ticino interconnesso, con meno pregiudizi, più fiducioso nelle sue possibilità, capace di prendere in mano il proprio destino e diventare protagonista, rinunciando alla tentazione di piangersi addosso e dando anche ai giovani un valido motivo per decidere di restare, vivere e lavorare qui.

Sogno un Ticino più vicino al resto della Svizzera e vi chiedo di guardare avanti e per un attimo sognare insieme a me con ottimismo e fiducia, perché nonostante tutto siamo il Paese delle opportunità.

Sono consapevole che non è facile fare un discorso positivo e orientato al futuro in un periodo in cui il presente è totalmente incerto, dove tutti noi siamo preoccupati dai costi che aumentano e ci chiediamo se tutto questo avrà mai fine.

Non vendo illusioni, i miei piedi sono ben saldi per terra: sarà una campagna difficile, in un momento storico di incertezze che aiutano chi alimenta il vento dei populismi – chi dà risposte comode e chi incolpa sempre gli altri invece di assumersi la responsabilità di fare anche scelte scomode ma coerenti, in un clima generale di sofferenza e insoddisfazione.

Le persone oggi non si sentono ascoltate e capite, sono stanche e si percepisce molto bene la voglia di libertà, di leggerezza mentale e la necessità di un benessere psico-fisico fondamentale in una società così frenetica. Questo porta alla disaffezione verso i partiti, a una partecipazione al voto sempre più bassa, a un malcontento generale – che noi, per il bene del Paese, abbiamo il dovere di invertire.

Parlare con franchezza dei problemi del Ticino è necessario, perché esistono e vanno affrontati – ma il vero mestiere della politica consiste nell’andare oltre, nel trovare soluzioni propositive a lungo termine, prendere oggi le decisioni che orienteranno lo sviluppo del Cantone nei prossimi quindici o vent’anni. È proprio questo che voglio fare.

Dopo due legislature in Gran Consiglio e tre anni da capogruppo voglio continuare a lottare e non cedere al disfattismo. In un parlamento molto frammentato, siamo chiamati a trovare compromessi perché non abbiamo più i numeri di una volta. Senza la convergenza con almeno altri due partiti, oggi non abbiamo le maggioranze necessarie per portare a casa le proposte in cui crediamo. A più riprese in aula ho suonato l’allarme, chiedendo più collaborazione per il bene del Paese. Non significa cercare il compromesso a tutti i costi, ma avere il coraggio di darsi delle priorità.

Nel mio piccolo ho quindi deciso di fare la mia parte. Mi metto a disposizione del partito con spirito di servizio, con entusiasmo e voglia di dare il mio contributo, portando una sensibilità generazionale, professionale, femminile e pragmatica per offrire un punto di vista diverso.

1.Imparare

Dobbiamo colmare il grande divario esistente tra la formazione scolastica e le competenze richieste dal mercato del lavoro. Le esigenze sono completamente cambiate: serve una preparazione diversa rispetto al passato, con percorsi formativi specifici e un orientamento più mirato.

Investire nell’istruzione è la chiave e la ricchezza di una società liberale aperta. La formazione ha un posto centrale per il futuro del Cantone e di ognuno dei suoi giovani. A questo proposito, c’è troppo silenzio in Ticino sul vero pilastro e vanto della Svizzera: il sistema duale. Troppi continuano a non considerare l’apprendistato all’altezza di una formazione liceale. È un vero peccato ed è un freno per la nostra società, perché queste due strade sono complementari e offrono a tutti l’opportunità di costruirsi un posto nel mondo.

Ci serve un cambio di mentalità e di cultura, un cambio che passa da una scuola veramente al passo coi tempi, che in Ticino esiste solo in parte. Un altro passo urgente che mi impegnerò a portare avanti, riguarda gli stereotipi di genere legati ad alcune professioni: è il 2022 e dobbiamo andare oltre! Nelle materie scientifiche, per esempio, la presenza di donne è troppo bassa – e la soluzione non è il vittimismo, ma un orientamento corretto!

Voglio anche lavorare sulla crescita dei giovani, che in questi anni hanno sofferto troppo, vedendosi sfuggire di mano alcuni degli anni più belli e spensierati della loro vita. È necessario promuovere le attività artistiche, culturali e sportive.

2.Lavorare

In questi mesi l’abbiamo ripetuto più volte: lavorare significa poter lavorare. Dobbiamo combattere la mentalità assistenzialista, che va a scapito dell’impiego e ruba agli individui la soddisfazione di avere delle responsabilità. Snellire le procedure ed eliminare i vincoli burocratici che frenano l’economia. Se il sistema funziona, è in grado di creare posti di lavoro e dare opportunità e reddito a quasi tutti. Chi oggi ha la forza e la volontà di fare impresa in Ticino, creando anche posti di lavoro, va sostenuto e agevolato, non vessato e guardato con sospetto.

È giusto favorire gli investimenti in settori che ad oggi ci sembrano fantascientifici. Dobbiamo essere più coraggiosi, aperti ad accogliere imprese che sceglieranno di investire in Ticino portando sviluppo, occupazione e competenze. Solo così potremo invertire la tendenza per cui il nostro Cantone esporta manodopera, intelligenze e capitali. Gli istituti di ricerca sul territorio ci insegnano che è possibile farlo.

Se mi guardo intorno, infine, vedo un Cantone che è ancora troppo indietro rispetto al resto della Svizzera per quanto riguarda la conciliabilità fra lavoro e famiglia. Portare una sensibilità nuova, generazionale e femminile, per me significa anche riconoscere apertamente che è cambiata la concezione del giusto equilibrio fra famiglia e lavoro. Se vogliamo rilanciare la natalità e permettere alle donne di non rinunciare a lavorare dopo avere avuto figli, il Paese deve permettere a ogni coppia di decidere in autonomia il proprio modello famigliare e di carriera. Possiamo e dobbiamo fare di più.

3.Vivere

E poi penso alla bellezza. La nostra regione, con le sue valli e i suoi centri, è il Cantone che più di ogni altro in Svizzera racchiude l’idea della bellezza paesaggistica, artistica, narrativa, espressiva. È un orgoglio per noi, ma soprattutto una risorsa economica di valore inestimabile, che alimenta l’industria turistica e culturale, che ravviva le regioni periferiche e perpetua le nostre tradizioni.

Il nostro è un Cantone affascinante, che purtroppo deve affrontare problemi che altri Cantoni non conoscono. Viviamo situazioni molto particolari nel mercato del lavoro e nella mobilità, dovute alla nostra posizione di frontiera e alla vicinanza con la grande Lombardia – un bacino di forza lavoro molto esteso. Il traffico è una piaga che affligge il nostro Cantone e spostarsi sulle nostre strade è diventato impossibile, specialmente nel Sottoceneri – un’enorme perdita di tempo e di guadagno per chi non ha alternative all’automobile privata.

Per concludere, voglio ripetere con convinzione che i valori di libertà, coesione, e progresso sono elementi imprescindibili della nostra identità – per questo dobbiamo continuare a coltivarli, specialmente nei momenti più difficili. Sento una forte coesione con i colleghi di lista Andrea, Christian, Luca e JJ. Sono sicura che la nostra linea chiara, coerente, aperta e ragionevole sarà pagante. Rappresentiamo una forza liberale che a volte fa discorsi scomodi, ma che è responsabile nel suo cercare l’equilibrio fra coerenza verso i principi e responsabilità di governo.

Non possiamo sempre accontentare tutti, e a volte proponiamo scelte difficili. In questo ci prendiamo la responsabilità di non illudere gli elettori – che è la migliore garanzia che possiamo offrire loro.

L’impegno che voglio prendermi oggi, qui con voi, sarà di continuare a lavorare con tutta me stessa per un Ticino in cui imparare, lavorare e vivere.

Grazie per il vostro sostegno!