Per la spesa sanitaria adesso serve coraggio

Ci risiamo. Come ogni autunno, il Consiglio federale ha reso noti i premi dell'assicurazione malattia per il prossimo anno. L’annuncio ha scatenato indignazione in tutto il Paese, il sentimento di frustrazione è condiviso da tutti noi, non possiamo più tollerare a lungo questa situazione. Il costante incremento dei premi è spesso collegato ai progressi della medicina e all’invecchiamento della popolazione: specialmente in un Cantone come il Ticino, che ha la popolazione più anziana della Svizzera.

Prima o poi, occorrerà riconoscere che negli ultimi 25 anni il nostro sistema sanitario ha incentivato una cultura dello spreco. Molte prestazioni mediche fornite oggi non sono essenziali e potrebbero essere eliminate, senza compromettere la qualità delle cure. È un problema evidente a chiunque lavori nel settore, ma che nessuno affronta direttamente – perché è troppo complesso da risolvere, forse, o magari perché nessuno vuole vedere rimpicciolirsi la sua fetta di una torta che vale ormai quasi 90 miliardi di franchi l’anno.

Le nostre risorse non sono infinite, dobbiamo ragionare su quanto e dove risparmiare. È necessario iniziare dalle spese inutili: nessuno, però, sa di preciso quanto potremmo risparmiare, eliminando il superfluo, poiché in Svizzera, oggi, mancano del tutto dati affidabili in proposito. Se prendiamo per buone le stime effettuate a livello internazionale e europeo, possiamo tranquillamente affermare che almeno il 10-20% della spesa sanitaria totale è superflua.

Il PLR ha proposto un nuovo modello di assicurazione su misura «budget». Una soluzione che consente di risparmiare fino al 25%, senza compromettere la qualità dell'assistenza sanitaria e senza limitare la libertà di scelta dei pazienti. Riusciamo così a preservare la qualità dell'assistenza sanitaria e la coesione sociale, entrambe fondamentali per il nostro Paese. Grazie alla scelta fra diverse franchigie e opzioni di copertura, con contratti pluriennali e un accento sulla digitalizzazione, questo sistema risulterebbe più flessibile di quello attuale, e limiterebbe test e procedure ridondanti. Un passo verso un sistema più sostenibile, che rimanga accessibile a tutta la popolazione. 

Promuoviamo l'uso di farmaci generici e biosimilari, risparmiamo sul fronte della pianificazione ospedaliera, concentrando i servizi dove servono di più. Inoltre, è il momento di ridurre il catalogo delle prestazioni mediche coperte dall'assicurazione di base, spostandone alcune nella complementare. Questi e altri gesti sono necessari non solo per risparmiare, ma per introdurre un approccio più equo e sostenibile alla sanità – un dovere verso di noi e le future generazioni, alle quali non possiamo lasciare in eredità un fardello di debiti finanziari e riforme fallite.