Intervento in Gran Consiglio sul Consuntivo 2022

Presidente, Consiglieri di Stato, colleghe e colleghi,

 

il leggero avanzo d’esercizio di 3 milioni di questo consuntivo è sicuramente un dato positivo, soprattutto tenendo conto del miglioramento di 137.9 milioni rispetto al preventivo. Ma proprio in questi giorni abbiamo ricevuto i dati del primo pre-consuntivo 2023 e sappiamo da tempo che la situazione finanziaria in cui ci troviamo oggi non è per niente rosea.

Siamo alle prime battute di una nuova legislatura, per il nostro partito era fondamentale non rimandare a settembre e portare il consuntivo in aula nel corso di questa sessione di giugno. Non solo perché parliamo dei conti dell’anno scorso e quindi di soldi in fondo già spesi, ma anche perché il nostro compito è quello di confrontarci con molti temi caldi che abbiamo sui nostri banchi. Bene quindi poter guardare avanti per metterci al lavoro il prima possibile.

 Già nei primi due interventi dei colleghi relatori di maggioranza e minoranza abbiamo visto due visioni molto diverse della politica cantonale e in particolare del ruolo dello Stato. Da parte della sinistra non potevano mancare le classiche critiche che risuonano spesso sia in quest’aula che nei dibattiti politici, di una politica sbagliata per colpa degli sgravi e di altre decisioni che loro ritengono negative per il nostro Cantone.

D’altra parte, però, ancora ieri abbiamo visto confermare da parte dei cittadini ticinesi una proposta di sgravio portava avanti insieme al Centro, la Lega e l’Udc sulla deduzioni dei premi di cassa malati per ogni figlio o persona bisognosa a carico. Ancora una volta il popolo ha bocciato un referendum della sinistra, peccato però sentire che si parli addirittura di imbroglio da parte nostra nei confronti dei cittadini, toni forti e dal mio punto di vista sbagliati, che non aiutano in un momento di confronto dove in un modo o nell’altro dovremmo perlomeno provare a sederci a un tavolo per collaborare.

Ci tengo poi a ricordare ai colleghi che le riforme fiscali entrate in vigore nel recente passato sono state pensate proprio con l’obiettivo di tutelare e consolidare il substrato fiscale, evitando la fuga dei contribuenti importanti dal profilo del gettito fiscale e garantendo ai contribuenti ticinesi delle condizioni tariffarie in linea con la media svizzera. Entrambe le riforme fiscali entrate in vigore nel 2018 e nel 2020 sono state accompagnate da misure di natura sociale per CHF 21 milioni (con la riforma fiscale cantonale e sociale) e per CHF 32 milioni con la riforma di adeguamento alla RFFA (17 mio nella formazione, 15 mio nella socialità). Di fatto, le misure fiscali sono state accompagnate anche da nuove prestazioni pubbliche che hanno conseguentemente aumentato la relativa spesa. Ma ovviamente questo non viene ricordato, si parla solo degli sgravi.

Avere delle finanze sane significa avere uno Stato maggiormente sostenibile, il risanamento finanziario non è fine a se stesso, ma è una condizione per permettere di investire, rispondere ai bisogni della società che evolvono nel tempo e soprattutto evitare di pesare solo sulle spalle di chi verrà dopo di noi.

Quello che ci aspettiamo dal Consiglio di Stato sono quindi degli obiettivi a cui tendere a livello di gestione e azione pubblica, stabilendo delle chiare priorità nei vari ambiti, avendo anche la responsabilità e il coraggio di dire cosa va realizzato subito e cosa invece può aspettare. Ed è proprio questo il motivo della richiesta che ho fatto più volte, di sapere se tutti i Messaggi che abbiamo nelle varie commissioni sono prioritari o se invece qualcosa potrebbe essere dilazionato o rimandato nel tempo.

Il Cantone non può e non deve fermarsi, bisogna però distinguere bene le proposte che sono semplici spese di gestione corrente dagli investimenti che contribuiscono a migliorare il territorio e che sono orientati al futuro.

Rispondere ai bisogni dei cittadini significa promuovere prestazioni pubbliche coerenti, in una società dove gli individui hanno ovviamente dei diritti, ma anche dei doveri di assumersi le proprie responsabilità, senza eccessivi automatismi.

Sappiamo che il prossimo obiettivo sarebbe l’elaborazione di un preventivo 2024 con un disavanzo massimo di 40 milioni, ma siamo tutti coscienti che non sarà pere niente facile e per raggiungere questi obiettivi sia Governo che Parlamento dovranno fare la propria parte.

Penso in particolare alla necessità di collaborare e definire delle priorità, di sapere finalmente dal Consiglio di Stato se per alcuni messaggi c’è la possibilità o la volontà di scalarli nel tempo o se invece tutto resta prioritario e spetterà quindi a noi, al parlamento decidere man mano come posizionarsi sui vari dossier che abbiamo già sul tavolo.

La strada è sicuramente in salita, non voglio creare illusioni e dire che sarà semplice, spero però che da parte di tutti i partiti ci sarà la volontà di confrontarsi per provare a stabilire degli assi di intervento prioritari, dove ognuno chiaramente si profilerà con le proprie sensibilità.

Detto questo porto l’adesione del gruppo PLRT al rapporto sul consuntivo 2022 e ringrazio il relatore Michele Guerra per il lavoro svolto.