Intervento in Gran Consiglio sulla tassa di collegamento

Vice presidente, consigliere di stato, colleghe e colleghi,

visto che è già stato detto molto da chi mi ha preceduta salto le varie tappe precedenti della tassa che tutti conoscete bene e riparto dall’approvazione della tassa in votazione popolare il 5 giugno 2016.

Al Tribunale federale arriva una pioggia di ricorsi, ai quali viene concesso l'effetto sospensivo nel settembre del 2016, si apre così un periodo di incertezza. La norma è di fatto congelata. Il 5 marzo del 2020, dopo 3 anni e mezzo, l’Alta Corte di Losanna respinge tutti i ricorsi pendenti e dà il via libera alla tassa di collegamento.

Le reazioni non sono mancate. Da chi ha proposto di prelevare la tassa addirittura retroattivamente a chi ha colto la palla al balzo per proporre di abolirla in barba alla volontà popolare.

Il PLRT ha avuto e ha tuttora una posizione chiara, coerente e concreta, nonostante anche al nostro interno non tutti facciano i salti di gioia: ma nel rispetto del voto in Parlamento, della conferma da parte del voto popolare e anche dell’ultima parola del Tribunale federale, tassa di collegamento sì ma né retroattivamente né subito, quindi rinviata al 2025 e con la richiesta al CDS di presentare un messaggio dove vengano stabiliti e resi noti con almeno 6 mesi prima dell’entrata in vigore effettiva della Tassa stessa gli obiettivi qualitativi e quantitativi da raggiungere alla fine dei tre anni di monitoraggio, definendo nel contempo anche gli obiettivi paziali intermedi da raggiungere. 

Come spiegato prima dal mozionante Ortelli, il rapporto della collega Biscossa va proprio nella direzione auspicata dal nostro gruppo, ossia rinunciare definitivamente alla riscossione retroattiva della tassa di collegamento e decidere una moratoria o sospensione dell’entrata in vigore della stessa fino al termine dell’emergenza COVID-19 e non prima del gennaio 2025. 

In questo modo, nel rispetto di quanto deciso dalla popolazione con il voto, diamo un aiuto anche alle aziende e a tutte le persone che dovrebbero pagare questa tassa, poiché usciamo dall’incertezza posticipandone l’entrata in vigore, evitando così ulteriori oneri finanziari in un momento già difficile per tutti…

Dal nostro punto di vista, come evidenziato anche nella nostra mozione, sarebbe in futuro opportuno rivalutare l’intera situazione o anche solo l’opportunità di una tale tassa alla luce dei cambiamenti sociali ed economici intercorsi e che intercorreranno nei prossimi mesi e anni. Ricordo che a maggio 2020 abbiamo votato 461,4 milioni di franchi per il trasporto pubblico (quadriennio 2020-2023), un investimento importante per un trasporto capillare che dovrebbe incentivare l’utilizzo del trasporto pubblico, di conseguenza nei prossimi anni sarà interessante valutare anche questi aspetti per capire se ci sono stati dei miglioramenti dal punto di vista dell’impatto sulla mobilità.

L’invito è quindi quello di sostenere il rapporto della collega Biscossa che ringrazio, per aver trovato una sintesi tra le varie posizioni e per aver integrato diversi elementi aggiuntivi, in particolare quello della definizione degli obiettivi. 

Colgo l’occasione per anticipare la posizione del gruppo sull’emendamento dell’UDC che non sosterremo, dal nostro punto di vista la richiesta è già inserita nel decreto legge e spiegata molto bene nel rapporto.

Non sosterremo nemmeno l’iniziativa elaborata dell’udc di abrogare la tassa, ovviamente legittima, ma concedetemi una battuta, fa un po’ strano vedere come su alcuni temi l’udc dia importanza al voto popolare e ai diritti democratici, mentre qui proponga di abrogare la tassa tout court nonostante ci sia di mezzo un voto popolare, che seppur risicato, è stato approvato con il 50,7%… un caso perfetto di due pesi e due misure.